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In partenza per il Sud Sudan

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Come la maggior parte delle cose che mi stanno succedendo ultimamente, anche questo viaggio in Sud Sudan è arrivato all’improvviso, inaspettato, non cercato eppure perfettamente al momento giusto.

Sono partita per trascorrere due giorni a Padova, incontrare i Medici con l’Africa Cuamm, ascoltare quali storie hanno da raccontare e capire come fare ad aiutarli a raccontarle utilizzando il digitale e, in particolare, i social network.

Il Cuamm è la prima ONG in campo sanitario riconosciuta in Italia, attivi da oltre 60 anni in sette Paesi dell’Africa subsahariana con numeri da capogiro: più di 1300 persone partite a operare in 211 ospedali di 7 Paesi. Un vero e proprio esercito che si muove senza rumore: in Italia quasi nessuno li conosce mentre all’estero il loro nome è riconosciuto, ammirato e rispettato.

1300 persone partite e una presenza così diffusa sul territorio africano sono una miniera d’oro per chi vuole raccontare storie. Si tratta solo di cominciare a scavare (e nemmeno troppo) per far emergere vite, esperienze, percorsi che disegnano la storia del Cuamm, dell’Africa e della cooperazione internazionale. Si tratta, poi, di capire che tipo di impegno si può richiedere ai volontari e agli operatori in Africa, in quali condizioni di connettività si trovano, com’è una loro giornata tipo, se si può chiedere loro di scrivere un tweet all’uscita della sala operatoria oppure no.

La passione delle persone che ho incontrato è stata trascinante: mi sono immediatamente innamorata di questa organizzazione così concentrata sul “fare” e così poco sul creare un’immagine di sé da comunicare. Così concentrati sul fare che non fanno per nulla pesare la loro evidente ispirazione cristiana e cattolica. E se lo dico io, che sono discretamente mangiapreti, potete davvero credermi.

Quando si è parlato della missione che il direttore del Cuamm don Dante Carraro, l’ex direttore don Luigi Mazzuccato e la responsabile dell’ufficio stampa Anna Talami effettueranno dall’8 al 14 luglio in Sud Sudan in occasione del primo anniversario dell’indipendenza del Paese è venuto spontaneo per loro coinvolgermi e per me accettare. Così eccomi in partenza per una settimana in un Paese di cui fino a pochi giorni fa sapevo pochissimo e che ora sto studiando con passione, per prepararmi a quello che troverò, per meglio comprendere la storia che ha portato quel Paese e quelle persone a essere quelle che sono oggi, per vedere come i medici e i volontari del Cuamm vivono e lavorano quotidianamente. Per raccontare tutto questo attraverso l’account Twitter del Cuamm, foto e video che posterò su Instagram e Youtube e un blog su cui ancora stiamo lavorando, ospitato all’interno del sito del Cuamm, in cui ogni giorno riassumerò i fatti e gli incontri principali della giornata.

Una nuova sfida, una nuova opportunità di capire come la Rete possa essere il luogo in cui si raccolgono e si raccontano storie di qualsiasi tipo da qualsiasi luogo del mondo.

Una sfida e un’opportunità personali, anche: un primo contatto con l’Africa subsahariana che, anche se breve, sento sarà importante per meglio definire quella che sono e quella che sarò perché mi aiuterà a dare una forma concreta al risvolto della medaglia di questo modello di sviluppo e di questo sistema economico che so essere (inevitabilmente) una vera tragedia per una gran parte di mondo. Ma tra immaginare e vedere passa una grandissima differenza.

Spero seguirete il nostro viaggio e, più di ogni cosa, spero vi appassioniate ai Medici con l’Africa Cuamm perché sono davvero una delle più belle cose che ho incontrato nella vita.


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